RITTANA è posta in una valle laterale della sinistra orografica del fiume Stura, nella zona di contatto tra le Alpi Marittime e le Alpi Cozie. Il territorio comunale comprende oltre quaranta borgate sparse sulle pendici del vallone dominato dal monte Alpe di Rittana (1796 m). Il toponimo deriva dal latino tardo Ritanus, Ritana, con il significato di rio, piccolo corso d’acqua.Il paese è citato per la prima volta con altri comuni della valle, in un atto del 6 dicembre 1197 con il quale Bonifacio marchese di Monferrato, infeuda la Valle Stura ai Marchesi di Saluzzo.Il capoluogo del Comune è il borgo di San Mauro, di antica origine, un tempo denominato la Ruà e divenuto sede comunale nel 1560.Nei secoli XIII e XIV Rittana fu sotto il dominio rispettivamente dei Marchesi di Saluzzo, del Comune di Cuneo e degli Angiò; verso la fine del XV secolo del Re di Francia ed a partire dalla fine del XV, sotto il dominio dello Stato Sabaudo. Proprio i Savoia arruolarono diversi Rittanesi nel 1744 che, guidati dal Conte Richelmi e dal concittadino Goletto, fermarono l’esercito franco-spagnolo nei pressi della borgata Bataje.

-Le oltre 40 BORGATE disseminate salendo di quota fanno della zona un vero tesoro storico-culturale.

LA PARROCCHIALE DI SAN MAURO, situata vicino al torrente e alla confraternita della Concezione della Beata Vergine del 1700, è anche un SANTUARIO meta di pellegrinaggi e presenta sull’anello di portici circostanti le pitture raffiguranti grandi figure di santi. Di origine antica, venne ricostruito nel 1726 provvisto nel 1782 di un alto porticato in parte ornato di affreschi, dove si facevano le novene, girando in preghiera attorno alla chiesa, anche nei giorni di tempo inclemente. Collocata nelle immediate vicinanze, troviamo, la settecentesca CHIESA DELLA CONFRATERNITA DELLA BEATA VERGINE.

– L’ AREA VERDE DEL CHIOT ROSA, splendido avvallamento in cui è presente un’ area sosta e pic-nic e punto di partenza di numerosi itinerari.

PARALOUP, piccola e magnifica borgata situata a 1400 mt. di altitudine, sul crinale che divide la valle Stura dalla Val Grana. Completamente abbandonata da molti decenni ha però un importante significato storico e simbolico perchè qui, nel 1943, si insediò la prima banda partigiana di Giustizia e Libertà, capitanata da Duccio Galimberti. Qui passarono quel terribile inverno personaggi come Dante Livio Bianco, Nuto Revelli, Leo Scamuzzi, Italo Berardengo, destinati a diventare protagonisti della lotta di liberazione. Un secondo significato collega Paraloup a Nuto Revelli: lo spopolamento della montagna e il Mondo dei vinti. Paraloup è il simbolo di una civiltà perduta, di un rapporto con la natura e l’ambiente distrutto, fatto di fatica e fame e quindi non da rimpiangere, ma che fa parte della nostra storia, da ricordare, con valori e radici da recuperare. Per questi motivi la Fondazione Nuto Revelli ha deciso di impegnarsi nel recupero e la rivitalizzazione di Paraloup, ora diventato splendido MUSEO PERMANENTE. Dall’ estate 2014 è presente anche un piccolo e bellissimo rifugio.

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